Una volta entrati nella nostra sede noi volontari dell’Istituto San Giovanni Bosco di Cinecittà ci siamo ritrovati in un ambiente che sembra una famiglia. Ora che a causa di questa pandemia la scuola è chiusa, il nostro lavoro ci manca. Ci mancano le suore, le maestre, i collaboratori, tutti molto buoni e disponibili con noi. Ci manca la nostra Olp, ci mancano i colleghi; creature mitiche, ma anche mitologiche. Li ami e li odi al tempo stesso. Però li ricorderai sempre con tanto amore anche tra dieci anni, perché non puoi fare a meno di volergli bene, pure se sono la tua maggiore fonte di stress. E poi i bambini; abbiamo imparato a conoscerli uno per uno e, diciamocelo, ci siamo
affezionati proprio ai più monelli. Ci manca fare il doposcuola a quelli più in difficoltà con lo studio, giocare all'oratorio con i più grandi e con i più piccoli alla scuola materna. Il 16 aprile il nostro progetto è stato riattivato e abbiamo scelto di lavorare da remoto. Ci è stato chiesto di fare un doposcuola online, tuttavia questa iniziativa non ha sortito il successo sperato, perché i bambini hanno già molte videolezioni e compiti. Così, in pieno spirito salesiano, abbiamo pensato di presentare ai bambini giochi, disegni, video che abbiano come tema Maria, essendo maggio, il mese mariano.
Questa proposta ha avuto un buon riscontro e ha anche rincuorato noi volontari ̧ che eravamo partiti un po’ scoraggiati. In più aiutiamo a controllare il corretto caricamento online dei compiti. Lavorare a distanza tramite lo schermo di un pc a volte risulta complicato e si percepisce che ci manca lo stare insieme, la possibilità di poterci confrontare di fronte ad un caffè; tuttavia gli strumenti digitali che ci prima ci isolavano ora ci fanno sentire più
vicini. Mi colpiscono sempre i volti dei miei colleghi in videoconferenza. Quando ci connettiamo , chi più chi meno, abbiamo tutti una faccia così seria e pensierosa, ma appena ci vediamo tutti insieme le nostre espressioni cambiano; abbiamo tutti dei meravigliosi sorrisi che illuminano lo schermo del computer. Poi quando vedono me ridono proprio di cuore; sinceramente non so perché, però mi piace la loro gioia. Così, tra i due nuovi colleghi che sono arrivati, di cui uno ancora non lo conosciamo di persona, il mistero degli accessi
sconosciuti sulle nostre mail istituzionali, le battute e le mie figuracce, che anche in via virtuale non mancano, ci divertiamo; anche se non vediamo l’ ora di riabbracciarci.
Tanto spesso, durante le giornate di formazione, viene detto che il servizio civile è un anno che ti cambia la vita. Non è forse anche questo spirito di cambiamento? Perché non è un semplice adattarsi, è un vero e proprio impegnarsi per trovare un modo per raggiungersi, per servire gli altri; perché ci siamo accorti che quello che ha detto Papa Francesco è vero, la vita non serve se non si serve.
Sicuramente sarà un anno da ricordare.
Gaia Raffaelli
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