L’anno che stiamo vivendo si è dimostrato fin da subito pieno di cambiamenti. Doveva iniziare nel migliore dei modi per noi che, dalla metà di gennaio, avremmo iniziato un’esperienza che ci avrebbe cambiato nel profondo: il Servizio Civile. Ma nello stesso periodo, iniziò a circolare la notizia di una nuova influenza, diversa dalle altre e non facile da affrontare, il Coronavirus. All’inizio sembrava così lontana da noi, perché nata in Cina, ma più i giorni passavano e più questa influenza sconosciuta si dirigeva verso il nostro paese, l’Italia. Così, agli inizi di marzo, ci siamo ritrovati nel bel mezzo di un lockdown che ci ha costretti a restare a casa privandoci di tutto, come in un film dove dal nulla tutto si interrompe e quell’ esperienza che avevamo appena cominciato era sempre più lontana da noi. Non potevamo più stare con gli altri, stop totale. Tutto era fermo: scuole, asili, uffici, oratori e bar e tutto questo è stato terrificante in quanto nessuno di noi sapeva più cosa fare. Ci è stata molto d’aiuto la tecnologia, perché ci ha tenuto uniti facendoci sentire un po’ soli grazie alle videochiamate con le quali potevamo vederci e non solo sentirci. Con la tecnologia si è anche scoperto un nuovo modo di fare lezione a scuola, attraverso la didattica a distanza, e anche per i bambini un nuovo modo di giocare insieme agli altri attraverso il computer.
Anche il nostro Servizio è cambiato, poiché con la chiusura degli asili e gli oratori per un breve periodo è stato sospeso e, quando la situazione ha iniziato lentamente a sbloccarsi, ci è stato chiesto di fare dei gemellaggi con i con associazioni di volontariato del posto in cui viviamo e in questo modo noi ci siamo spostate in un’altra sede, quella della Protezione Civile. Fin da subito io e la mia collega ci siamo messe in moto per dare una mano e diventando volontarie in chiesa, dove mostriamo alla gente dove mettersi a sedere, disinfettiamo loro le mani appena entrano e, alla fine di ogni messa, disinfettiamo i posti a sedere. Anche se le nostre intenzioni erano altre, perché volevamo lavorare con i bambini, siamo comunque soddisfatte di fare qualcosa di utile in questo periodo. Nel nostro Paese, il virus non è stato così aggressivo come in altre zone, ad esempio le zone rosse dove la situazione era ingestibile, e per questo motivo ci sentiamo molto fortunati. e . Pian piano, tuttavia, le cose sono migliorate e si sta tornando ad una nuova normalità e anche la nostra avventura negli oratori ha ripreso a vivere, subito dopo il via libera a far partire i centri estivi, .
Credo che questa situazione ci abbia toccato nel profondo e abbia cambiato qualcosa in ognuno di noi. Sono convinta, inoltre, di una cosa: nel bene e nel male quest’anno non lo dimenticheremo mai.
Giorgia Rossicone
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