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Immagine del redattoreSCU comunicazione

Madre e figlio al finestrino dell'auto, 1993 (Steve Mccurry)



Steve Mcurry è nato a Filadelfia nel 1950 ed è considerato, oggi, uno dei più grandi fotoreporter. Le sue foto, caratterizzate da un profondo sguardo antropologico, sono celebri in tutto il mondo. Il fotografo americano inizia la sua carriera indossando degli abiti afghani per riuscire ad attraversare illegalmente il confine tra Pakistan ed, appunto, Afghanistan prima dell’invasione russa del 1979. Da allora è tornato molte volte in quelle zone per testimoniare i conflitti, le sofferenze e la disastrata quotidianità di quei paesi per i quali nutre una forte inclinazione umana e professionale. Le sue immagini sono caratterizzate da colori brillanti e da una luce intensa che diventano spesso elementi simbolico-estetici dei suoi scatti.

In particolare nella foto citata, e scattata a Bombay nel 1993, Mccurry immortala un bambino Afghano tra le braccia della sua giovane madre, intenta a caritare sotto una pioggia incessante, nel momento in cui si sono imbattuti nello stesso fotografo, il quale, all’interno della sua auto, ne rimane impressionato. La foto trasmette un senso di incomunicabilità, il finestrino della macchina si trasforma in una barriera che separa madre e figlio dal fotografo stesso, come se egli volesse evidenziare le differenze socioculturali. Suscita, inoltre, anche la speranza attraverso gli occhi della bambina e la mano della madre che ha il braccio proteso verso il finestrino e, quindi, la fiducia verso l’abbattimento di quella stessa barriera. Personalmente la foto in questione ispira un senso di perplessità, facendo aprire gli occhi su realtà diverse e rispetto alle quali tutti noi dovremmo impegnarci, al fine di rendere le relazioni umani migliori di come dovrebbero essere.

Ivan Verdat


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