top of page
Immagine del redattoreSCU comunicazione

HENRI CARTIER-BRESSON (AUTORITRATTO)

Il protagonista della foto di oggi è il maestro della fotografia Herni Cartier-Bresson: nato nel 1908 in Francia, fu sopranominato ‘’l’occhio del secolo’’ per la sua capacità di cogliere, con la sua arte, l’essenza di un intero secolo e della società dei suoi giorni. L’arte di cogliere l’attimo diventa un tratto distintivo delle sue foto in cui “testa, occhio e cuore” (citando lo stesso artista) si allineano e si trasformano in un riassunto-immagine di un tempo e di uno spazio ben definito.


Nella foto ci viene mostrato un’autoritratto dell’autore, colto da un improvviso desiderio di fotografarsi. Questa foto ci mostra un Bresson rilassato che sembra a suo agio nel maneggio della sua inseparabile Leica. Si può cogliere gran parte della personalità di Bresson attraverso la stanza che vediamo: perfettamente in ordine la libreria, in cui traspare il lato culturale del fotografo e la disposizione delle sedie, completamente vuote, il che potrebbe suggerire che conduceva una vita solitaria o forse un breve periodo della sua vita in

cui non aveva particolari legami. La fotocamera principale sembra dividere in due parti il volto di Bresson come se da un lato emergesse il lato artistico e dall’altra quello umano in riferimento alla tendenza dell’immagine che diamo di noi o quella che vogliamo mostrare agli altri. Personalmente la foto ispira sia coraggio che sicurezza come se, in qualche modo, Bresson volesse mettersi in gioco, esprimendo la propria individualità al fine di creare un legame con l’osservatore. 


Questo scatto ci ricorda in particolar modo quello del selfie moderno.

Chi, almeno una volta nella vita, non è riuscito a sfuggire al desiderio di farsi un selfie?

Parliamo di quella tendenza all’autoritratto realizzato con uno smartphone o una fotocamera digitale. Nell’epoca dei social questo termine è da subito entrato nell’immaginario collettivo e deve il suo successo principalmente al bisogno fondamentale dell’affermarsi, del mettersi in gioco, del voler condividere qualcosa e del voler mostrare una parte della propria identità, ma solo la parte migliore e più interessante di noi. Specchio attraverso cui riflette la società dell’apparire, il selfie modifica la nostra relazione con l’esterno, influenzando il nostro comportamento, fino al punto di non permettere più il profondo godimento dell’attimo in cui lo scatto prende forma. Lo scopo non è più quello di vivere il momento ma di

mostrarlo a gli altri. Tuttavia questo non significa di rifiutare la tecnologia che abbiamo a disposizione ma di esserne il più possibile padroni consapevoli e di non farne un uso eccessivo.

Ivan Verdat

27 visualizzazioni0 commenti

Post recenti

Mostra tutti

Comments


bottom of page