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Immagine del redattoreSCU comunicazione

C'è ancora speranza

Quando ho scelto di fare domanda per il Servizio civile, di certo non mi sarei aspettata una

pandemia a livello globale, però è successo e bisogna prendere quel che c'è di buono in

una situazione tanto assurda e triste. Non nego che mi mancano tantissimo i bambini della

scuola dell'infanzia dove prestavo servizio prima della quarantena; mi mancano le loro urla

gioiose, i loro capricci, i loro sorrisi, il loro modo di giocare, insomma tutto! Fa strano

pensare che quando li rivedremo a settembre saranno più grandi, più alti, più maturi.

Cresceranno e sarà come conoscere nuovi bambini. Ma come detto prima, bisogna

prendere in considerazione le cose positive e farne tesoro. La rimodulazione dei progetti

mi ha portata a fare un gemellaggio con la Protezione Civile del mio paese e si sta

rilevando un’esperienza bellissima! Tutti i volontari mi hanno accolta a braccia aperte, mi

hanno fatta sentire subito parte della loro squadra, non mi sono mai sentita fuori posto.


Sono persone straordinarie e grazie a loro e a quest'opportunità sto vivendo nuove

avventure, sto riscoprendo la bellezza del mio paese, a cui prima "non avrei dato una lira",

e delle persone che vi abitano. In questo periodo di quarantena ci occupiamo

principalmente di sostenere le famiglie in difficoltà e lo facciamo donando loro pacchi alimentari dalla Regione o dalla Comunità Europea, attraverso la raccolta di alimenti e altri

generi di prima necessità presso i negozi che hanno aderito alla campagna proposta del

"carrello solidale"; ci occupiamo di fare la spesa e poi consegnarla alle famiglie contagiate dal Covid-19 e che sono, quindi, costrette all'isolamento, ma anche la consegna dei farmaci a persone che sono impossibilitate a uscire per provvedervi autonomamente. Nel fare tutto

ciò mi sono resa conto di quanto basti poco per aiutare gli altri, di quanto un semplice

gesto o una semplice parola di gentilezza possano fare la differenza e di come le persone

che hanno meno siano quelle che donano più per gli altri. I negozianti, infatti, ci hanno

raccontato che sono le persone straniere e quelle più in difficoltà a lasciare più soldi o beni

di prima necessità nel carrello solidale e hanno giustificato i loro gesti di solidarietà con

queste parole: "Noi sappiamo cosa significa avere fame, sappiamo che significa non avere

nulla". Queste parole o ancora il gesto di una signora venuta a ritirare il pacco alimentare

lasciandoci due buste della spesa riutilizzabili per chi non dovesse averle, solo perché ne

aveva di più e riteneva potessero servire a qualcuno messo peggio di lei, mi hanno fatta

riflettere su quanto ci sia ancora di buono e genuino nelle persone e che non bisogna mai

dare nulla per scontato. Ho capito che sono le persone che hanno di meno le più disposte

ad aiutare gli altri, che chi potrebbe permetterselo non lo fa, ma nonostante tutto c'è

ancora speranza e bisogna aggrapparsi a questa per rendere il mondo un posto migliore!


Nel frattempo, sto continuando a lavorare per i bimbi mandando loro video ricette da

riprodurre in autonomia con la supervisione dei genitori e, quando mi mandano le foto e i

video dei loro dolcetti, mi si riempie il cuore di gioia vedendo la loro felicità nell'averli fatti.

È proprio vero che l'anno di Servizio Civile ti cambia la vita, te la riempie di gioia, di

speranza e di bellezza e non sono neanche a metà anno!


Donatella Potente


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